Il paziente designato: dal sintomo del figlio al problema della famiglia

Il paziente designato: dal sintomo del figlio al problema della famiglia

“Il problema di un bambino è sempre un problema familiare.” S.Minuchin

Quando i genitori si rivolgono al terapeuta in cerca di una spiegazione ed una soluzione ai problemi del proprio figlio, di frequente la richiesta è un percorso individuale per lo stesso.

Secondo l’approccio sistemico-relazionale, tuttavia, il soggetto singolo (nella fattispecie un figlio) è solo il megafono di problematiche che riguardano, in realtà, l’intero sistema familiare. I terapeuti sistemici, per questo motivo, sono soliti accogliere in seduta il figlio senza estrapolarlo dal suo contesto relazionale nucleare, convocando, dunque, l’intera famiglia.

L’importanza di osservare il sistema familiare nel suo insieme è dovuto al fatto che ciascun membro, oltre ad avere una propria identità e personalità, ha anche un ruolo specifico all’interno dei vari sistemi di cui fa parte, primo fra tutti il sistema familiare. Quest’ultimo, infatti, è caratterizzato da una serie di dinamiche interpersonali complesse, condizionanti e condizionate da una molteplicità di fattori. Compito del terapeuta è aiutare la famiglia a diventare consapevole di tali dinamiche, rifletterci ed rivederle in un’ottica più funzionale, ovvero che porti benessere.

Per comprendere ciò che ha prodotto il sintomo in un figlio, dunque, è fondamentale procedere all’osservazione dell’intero gruppo famiglia, dando particolare importanza al tipo di interazioni che si creano tra i vari membri del sistema.

Il paziente designato

Dall’osservazione delle transizioni relazionali delle famiglie in cui è presente un figlio in difficoltà  è nato il costrutto di ”paziente designato”. Questa espressione rimanda all’idea che il problema di un figlio rappresenti, in realtà, una problematica dell’intero sistema familiare di cui questo fa parte.

Il figlio sintomatico si fa portavoce inconsapevole della sofferenza che affligge l’intera famiglia, potremmo dire che ne assuma su se stesso il carico. Il suo sintomo è prezioso, perché consente alla famiglia nel suo complesso di interrogarsi, analizzarsi e rivedere le dinamiche disfunzionali in atto.

L’obiettivo della psicoterapia familiare

La psicoterapia familiare ha l’obiettivo di rivedere le dinamiche disfunzionali, ristrutturare i rapporti e i ruoli all’interno della famiglia, ristabilire sani confini o smussarne di rigidi. Il sintomo non viene negato o eclissato, ma spostato di livello, inserito in un contesto e dotato di un nuovo significato, appunto relazionale.

Il paziente designato, quindi, non dovendo più sacrificare se stesso per dar voce al disagio familiare, può così ritrovare la libertà di agire in autonomia, dedicandosi alla propria fase del ciclo vitale ed al proprio legittimo ruolo. La famiglia, allo stesso modo, beneficia di un nuovo assetto più funzionale e risulta in grado di attivare nuove risorse.

Dott.ssa Emanuela Barbarito

Bibliografia

Andolfi M. Il bambino nella terapia familiare. Franco Angeli.

Andolfi M. La terapia Familiare multigenerazionale. Strumenti e Risorse del Terapeuta. Raffaello Cortina editore.

Bowen M. (19799. Dalla famiglia all’individuo, Casa Editrice Astrolabio.

Minuchin S. (1976). Famiglie e terapia della famiglia, Casa Editrice Astrolabio.

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