Diventare centenari: la formula magica per la longevità

Diventare centenari: la formula magica per la longevità

Introduzione

Con l’aumento della qualità di vita e del benessere si assiste, oggi, ad un incremento di persone che riescono a raggiungere i 100 anni di età: i centenari. Tale fenomeno rappresenta una conquista per l’umanità, un problema complesso per il welfare sociale ma al contempo apre le porte a nuovi studi che gettino luce sulle caratteristiche e sulle variabili che si intersecano per permettere di raggiungere questo traguardo. 

La classificazione di Gondo et al. (2006)

Gondo et al. (2006) classifica i centenari in base alle loro caratteristiche, distinguendo quattro classi di appartenenza in base alla presenza e/o assenza di difficoltà cognitive e/o fisiche: 

  • Centenari eccezionali: assenza di patologia fisica e cognitiva;
  • Centenari normali: persone che rientrerebbero nella norma della popolazione di riferimento, avendo avuto diagnosi di patologie nell’età compresa tra gli 80 e 90 anni;
  • Centenari deboli: persone che presentano difficoltà o diagnosi di disturbi fisici o cognitivi;
  • Centenari fragili: persone che presentano co-presenza di diagnosi di disturbo fisico e cognitivo.

La classificazione di Evert et al. (2003) 

Nel 2003, il gruppo di ricerca di Evert et al. ha effettuato uno studio dal quale si evince un’ulteriore classificazione, prodotta sempre sulla base della presenza/assenza di patologie in relazione all’età di insorgenza delle stesse. Nello specifico, hanno mostrato quanto segue:

  • Survivors: il 43% del loro campione di persone anziane che ha sviluppato un disturbo prima degli 80 anni;
  • Delayers: il 42% del loro campione che ha sviluppato un disturbo dopo degli 80 anni;
  • Escapers: solo il 15% del loro campione mostravano capacità decisamente superiori alla media del campione normativo di riferimento, in quanto si trattava di anziani d’élite, i fuggitivi, coloro che, compiuti i 100 anni di età, sono riusciti a sfuggire allo sviluppo di patologie e disabilità. 

Le caratteristiche psicologiche dei centenari

I risultati di uno dei pochi studi effettuati sulle risorse psicologiche dei centenari (Merino et al., 2023) ha identificato sei costrutti globali che appaiono essere fortemente correlati con la longevità. La prima dimensione identificata è la vitalità, intesa come la percezione di sentirsi attivi e produttivi; la seconda dimensione è la socialità, intesa come altruismo, reciprocità relazionale e ricerca di supporto sociale in caso di necessità. Questi fattori costituiscono delle barriere protettive contro la malattia in generale. La terza dimensione è l’impegno, inteso come competenza, perseveranza, responsabilità ed onestà. La competenza rende le persone più efficienti in caso di malattia; la perseveranza rende le persone più aderenti alle terapie mediche e non, prescritte; l’onestà rende le persone più lontane dall’abbandono delle cure attraverso giustificazioni inutili; la responsabilità rende le persone meno propense a mettere in atto comportamenti potenzialmente pericolosi per la loro salute. La quarta dimensione è il controllo, inteso come autonomia e competenza sull’ambiente, le quali possono aiutare le persone ad identificare ambienti salutari al fine di mantenere le loro condizioni di salute fisica e cognitiva. Questa dimensione è strettamente connessa con il quinto costrutto: la motivazione all’intelligenza, intesa come capacità di sapere cosa fare e cosa non fare al fine di mantenere costantemente la mente allenata ed attiva e fronteggiare il declino biologico associato all’età. Infine, molto importante è la dimensione della gratitudine e del piacere. Questi due fattori possono sicuramente essere considerati come protettivi rispetto all’insorgenza di malattie, infatti esistono dei veri e propri programmi incentrati sulla promozione di queste due dimensioni psicologiche. 

Conclusioni

In conclusione, la formula magica per la longevità è composta da una serie di variabili che devono essere presenti lungo tutto il corso della vita e che possono proteggere le persone da malattie e disabilità. Infatti, non è scientificamente provato che si muoia a causa dell’invecchiamento, piuttosto è plausibile che si muoia a causa delle patologie connesse all’invecchiamento e, pertanto, proteggersi da queste, ad oggi, risulta l’unica soluzione possibile per diventare longevi. 

Dott.ssa Jessica Pisani

Bibliografia

  • Yasuyuki Gondo, Nobuyoshi Hirose, Yasumichi Arai, Hiroki Inagaki, Yukie Masui, Ken Yamamura, Ken-ichirou Shimizu, Michiyo Takayama, Yoshinori Ebihara, Susumu Nakazawa, Koji Kitagawa, Functional Status of Centenarians in Tokyo, Japan: Developing Better Phenotypes of Exceptional Longevity, The Journals of Gerontology: Series A, Volume 61, Issue 3, March 2006, Pages 305–310;
  • Evert J, Lawler E, Bogan H, Perls T. Morbidity profiles of centenarians: survivors, delayers, and escapers. J Gerontol A Biol Sci Med Sci. 2003 Mar;58(3):232-7. 
  • Merino, M.D., Sánchez-Ortega, M., Elvira-Flores, E. et al. Centenary Personality: Are There Psychological Resources that Distinguish Centenarians?. J Happiness Stud (2023). 

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