Se prima eravamo in 3, adesso siamo in 4: come affrontare l’arrivo del secondogenito.
Il legame fraterno in psicologia sistemica rappresenta il legame orizzontale più duraturo, con la fratria che costituisce il primo gruppo di pari con cui l’individuo entra in contatto. Tale rapporto è unico e insostituibile, pertanto è fondamentale affrontare nel modo adeguato l’arrivo di un fratellino o di una sorellina, al fine di favorire un positivo sviluppo del rapporto tra i due.
La nascita del secondo figlio è un cambiamento in positivo per la famiglia. Ma come vive il figlio maggiore l’arrivo del fratellino?
Nel corso della sua esistenza, la famiglia attraversa una serie di mutamenti e trasformazioni. Tali cambiamenti richiedono una riorganizzazione dell’assetto familiare e dei rapporti tra i suoi membri. Tra questi cambiamenti vi è l’arrivo del secondogenito. In tale fase, i genitori si trovano ad accogliere il nuovo arrivato e a dedicargli le dovute attenzioni, mentre al tempo stesso cercano di coinvolgere il primogenito, al fine di evitare che si senta trascurato.
Emozioni e sentimenti del primogenito
Il primogenito, all’arrivo del secondo figlio, potrebbe vivere un momento difficile. Potrebbe sentire o aver paura di perdere l’amore e l’affetto dei suoi genitori, può provare dolore, tristezza e risentimento. Potrebbe vivere l’arrivo del fratellino/sorellina, soprattutto se la differenza tra i due è inferiore ai 3 anni, come l’ “alieno” che lo priva dell’amore dei genitori, rubando il loro affetto. Potrebbe temere, inoltre, che la relazione con i genitori possa cessare, sperimentando senso di esclusione ed abbandono. Potrebbe, ancora, sperimentare ostilità o gelosia nei confronti del nuovo arrivato. Tali sentimenti di gelosia, in realtà, all’inizio sono assolutamente normali, ma le manifestazioni di tali sentimenti possono essere diverse: attacchi di rabbia, irritabilità, aggressioni dirette e comportamenti regressivi. Questi comportamenti agli occhi dei genitori possono sembrare capricci o risultare inspiegabili, in realtà è estremamente importante che il bambino riceva comprensione e rassicurazione, in quanto spesso si tratta di una richiesta di rassicurazione o di una maggior vicinanza emotiva. E’ importante lasciare al bambino la possibilità di esprimere le proprie emozioni ed i propri pensieri e sentimenti: questo può essere fatto anche attraverso il gioco.
Il papà come risorsa
In questa fase la mamma sarà molto occupata nel prendersi cura del nuovo arrivato, pertanto il ruolo del padre è particolarmente importante per il figlio maggiore. Il papà può coinvolgerlo nelle attività di accoglienza della mamma e del bambino al ritorno dall’ospedale. Può sviluppare complicità attraverso attività svolte insieme per infondergli maggiore sicurezza, intensificando la propria presenza sia fisica che emotiva. La figura del padre, quindi, può rivelarsi una risorsa essenziale in questa nuova fase della vita familiare.
“Io sono ancora piccolino”
Con la nascita del secondo figlio, colui che era stato fino ad allora il “piccolino” diventa improvvisamente il “maggiore”. E’ importante aiutarlo a familiarizzare con questo nuovo ruolo e gli aspetti positivi dello stesso, coinvolgendolo mentre ci prendiamo cura del fratello minore, per promuovere la vicinanza tra fratelli e far sì che non si senta escluso.
Allo stesso tempo è importante, per fargli comprendere che nulla è cambiato in termini di affetto nei suoi confronti, poter continuare a fare le cose che si facevano prima, ritagliandoci dei momenti solo con lui. Il “maggiore” ne ha bisogno quanto il nuovo arrivato: la nascita del fratellino non lo ha reso improvvisamente “grande”, resta comunque un bambino ed è bene che tutti, i genitori in primis, non dimentichino le sue necessità.
Perchè questa fase del ciclo di vita è importante per lo sviluppo?
La nascita di un fratellino aiuta a costruire strategie e processi mentali che arricchiscono la propria vita emotiva e cognitiva. Tale fase di sviluppo è uno dei primi passi nel fondamentale e lungo processo di separazione-individuazione che porterà il primogenito a sviluppare, gradualmente e nel tempo, la propria identità.
I genitori hanno il difficile ma importante compito di aiutare il bambino in questo processo in quanto, nonostante sia il maggiore, è ancora immaturo per gestire da solo tali emozioni, sensazioni e sentimenti. L’esperienza di aver sperimentato queste paure e non aver perso l’amore dei genitori, inoltre, dà al bambino un senso di sicurezza e serenità che gli consentiranno di vivere i rapporti interpersonali in modo più stabile.
Dott.ssa Emanuela Barbarito