Divorzio e separazione: aspetti legali e psicologici

Divorzio e separazione: aspetti legali e psicologici

La separazione è sempre un evento molto disorganizzante per il sistema familiare,a cui si correlano sentimenti di disunione e di perdita. Sebbene questo evento stia perdendo le caratteristiche di un evento paranormativo, avviandosi verso un processo di normalizzazione (Malagoli Togliatti, 1995), resta comunque un avvenimento critico.

E’ un processo complesso, si articola per fasi che comportano azioni direzionate e sostenute da emozioni che hanno un timbro potente (Consegnati, 1999).

In ambito psicologico il concetto di  divorzio psicologico (Kressel & Deutsch,1977)  indica appunto che la separazione in sede legale non è corrispondente al processo di separazione.

Aspetti legali

La legge sul divorzio prevede due fasi distinte: la separazione legale e il divorzio dopo 6 mesi nel caso di separazione consensuale, o 1 anno nell’ipotesi della separazione giudiziale. Queste due fasi non sono distinte solo temporalmente, ma sono diversi gli effetti civili e patrimoniali che le regolamentano. Con il divorzio si perde sia il diritto ereditario, sia il diritto ad utilizzare il cognome del marito. Con la sola separazione, invece, tali diritti permangono.

La separazione può avvenire in due modalità: consensuale e giudiziale . La separazione consensuale prevede il consenso espresso di entrambi i coniugi che giungono ad un accordo sulla divisione dei loro beni in comunione e sull’affidamento dei figli nonché su tutte le possibili questioni connesse ad una separazione.

 Nella separazione giudiziale, questo accordo non viene raggiunto e la decisione sulle questioni sopra elencate spetta al giudice, che pronuncia la separazione e dichiara le modalità di affidamento della prole. La separazione di tipo giudiziale può essere chiesta quando si verificano, anche indipendentemente dalla volontà di uno o di entrambi i coniugi, fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio all’educazione della prole. La legislazione in merito all’affidamento della prole si fonda, comunque, sul principio fondamentale della tutela dell’ “interesse morale e materiale del minore” (Baudino, Ercolin, Pogliano, Prino 2005).

Tipologie di affidamento

La custodia dei figli rappresenta, spesso, il nodo centrale dell’esacerbarsi del conflitto nei casi di separazione e divorzio dei coniugi. Questo crea nei bambini coinvolti un’ulteriore sofferenza, per questo la legislazione usa come criterio discriminante per l’affidamento “l’interesse del bambino” contrapponendolo, più o meno esplicitamente, a quello del genitore (Gulotta & coll. 2002).

Esistono differenti modalità di affidamento che possiamo così definire:

  • Individuale o esclusivo: al padre o alla madre;
  • Alternato: un periodo con l’uno ed un periodo con l’altro;
  • Scisso: un figlio con il padre e l’altro con la madre;
  • Condiviso: le responsabilità decisionali e parentali sono attribuite ad entrambi i coniugi.
  • Presso terzi: collocazione del minore presso terzi o presso una struttura. Questo tipo di affidamento viene messo in atto nel caso in cui ci siano situazioni di pregiudizio per i minori all’interno del nucleo familiare.

Ad oggi si tende a scegliere maggiormente l’affido condiviso, perchè questo permette ai figli di aver accesso in egual misura ad entrambi i genitori e ai genitori di partecipare in maniera uguale alla vita dei figli. In questa tipologia di affidamento, i figli costituiscono l’asse attorno al quale bisogna trovare un proprio equilibrio definitivo, un assetto stabile.

Aspetti psicologici

Sotto il profilo psicologico, si è evidenziato che l’ affido condiviso consente:

  • per il minore: la riduzione o l’eliminazione dei sentimenti di perdita, lutto e tradimento dai quali è investito quando si vede privare di un genitore. Con l’affidamento congiunto, il minore ha la possibilità di mantenere entrambi i riferimenti ed entrambi i modelli genitoriali tramite l’assidua frequentazione e, soprattutto, tramite la percezione del mantenimento pieno dei ruoli genitoriali da parte di entrambi. A ciò, per i figli, si aggiunge che la possibilità di avere due ambienti ugualmente propri presso ciascun genitore sembra eliminare l’ansia da “precarietà” del rapporto con il genitore non affidatario .
  • per i genitori: riduce le ansie legate all’assunzione del ruolo del genitore esclusivamente responsabile del figlio e parallelamente riduce l’insorgenza delle distorte dinamiche che accompagnano normalmente la relazione prole-genitore non affidatario. In positivo, i coniugi vedono mitigati i sentimenti di fallimento che accompagnano il vissuto della disgregazione familiare, mantengono più facilmente rapporti “civili” e collaborativi e riducono le azioni ritorsive, classiche dell’affidamento tradizionale, che vede il genitore affidatario “offrire” al non affidatario la frequenza del figlio in cambio di interventi economici e viceversa (Sparpaglione, 2007).

Il divorzio psicologico

Il divorzio psicologico necessita di una elaborazione dei propri sensi di perdita e di lutto, un superamento delle problematiche  affettive connesse al fallimento dell’unione coniugale ed un riprogettare realisticamente la propria vita. Bohannan (1973) con il concetto divorzio psichico, definisce quel processo che procede per stadi e che richiede anche diversi anni per l’elaborazione ed il superamento dei sentimenti come il dolore, i sensi di colpa e il ritiro delle aspettative sul partner.

Lo stesso autore ritiene che le persone in fase di separazione attraversino sei stadi e debbano risolvere i problemi legati a ciascun livello: il mancato superamento delle difficoltà ad uno dei livelli può generare squilibri psicologici. Il modello dell’autore riporta i seguenti sei stadi:

1.           Divorzio emotivo : con tale termine si intende quel tipico deterioramento, nelle relazioni di coppia, che precede la decisione della separazione, di solito presa da uno dei due patners.

2.           Divorzio legale : in questo stadio si hanno i primi contatti con gli avvocati e si inizia l’iter processuale.

3.           Divorzio economico : nel presente stadio rientrano le questioni relative alla suddivisione dei beni e delle proprietà, all’ammontare dell’assegno spettante al coniuge, al mantenimento dei figli.

4.           Divorzio genitoriale : quando due coniugi si separano mettono fine al ruolo di marito e moglie, ma dovrebbero lasciare inalterati i ruoli di madre e padre. Da alcuni studi si evince che il divorzio genitoriale è il fattore critico decisivo per il sano equilibrio psicologico dei minori nel periodo di post-separazione, ed hanno evidenziato la relazione esistente tra comportamenti anomali dei figli e conflitto tra gli ex partners.

5.           Divorzio dalla comunità : con questo termine l’autore descrive il mutamento al livello delle relazioni sociali implicito in ogni disgregazione. I vecchi amici rimangono amici di uno solo, l’altra persona proverà un senso di solitudine che svanisce se le energie vengono incanalate verso la ricerca di nuove relazioni sociali.

6.           Divorzio psichico : le persone separate dovrebbero ritrovare la loro personalità e la fiducia nelle loro capacità, senza più contare sulla presenza o l’aiuto del coniuge, ciò significa separare il proprio Io da quello del partner.

In conclusione, si registra un esito positivo in tutto il processo solo quando tutte le fasi sono state attraversate e le parti sono diventate coscienti dei motivi per il quale il matrimonio è fallito, potendo così impostare con maggior consapevolezza il loro futuro, senza il timore di ripetere gli stessi schemi. Kressel e Deutsch (1997) definiscono questo esito positivo divorzio costruttivo.

Dr.ssa Emanuela Barbarito

Bibliografia

  • Baudino M., Ercolin D. M., Pogliano S., Prino L. E. (2005),  L’affidamento dei figli in casi di separazione e divorzio in Italia in Bricklin B. Nuovi test psicologici per l’affidamento dei figli in caso di separazione e divorzio. Milano: Giuffrè.
  • Bohannan P. (1973), The six stations of divorce in Lasswell M.E., Love, marriage and family: a developmental approach. Scott, Foresman and Company.
  • Consegnati M. R. (1999), Il conflitto genitoriale e il disagio psicologico nel minore: il bambino nel conflitto in Consegnati M. R., Laicardi C., Saggino A.: Il figlio nel conflitto genitoriale: lettura del Rorschach somministrato a bambini e adolescenti nella consulenza tecnica d’ufficio, pp. 37-154). Milano: Franco Angeli.ù
  • Gulotta G. & coll. (2002),  Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico, Giuffrè Editore.
  • Kressel K., Deutsch M. (1977), Divorce therapy : an in-dept survey’s therapist’s view in Family Process, 16, (pp. 413-433).
  • Malagoli Togliatti, M. (1995),  Famiglie divise,  Milano, Franco Angeli.
  • Sparpaglione R. (2007), Affidamento congiunto… re melius perpensa, in Cigoli V., Gulotta G., Santi G., Separazione, divorzio e affidamento dei figli, (2nd ed.) (pp. 357-372), Milano: Giuffrè.

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