La depressione post partum

La depressione post partum

Non è possibile essere una madre perfetta. Ma ci sono milioni di modi per essere una buona madre…” (Jill Churchill)

Quando nasce un bambino, nasce una famiglia e nasce una madre che ha bisogno dello stesso accudimento e cura del nuovo arrivato. Spesso le aspettative sia della società che personali rispetto a questo nuovo ruolo unite alla paura di non essere all’altezza, tra gli altri fattori, possono essere terreno fertile per il manifestarsi di una depressione post partum.

Per il Ministero della salute, l’incidenza della depressione post partum (DPP), o depressione puerperale, si registra, con diversi livelli di gravità, in una percentuale che va dal 7% al 12% nelle neomamme. Il disturbo esordisce, generalmente,tra la 6ª e la 12ª settimana dopo la nascita del figli e comunque entro il primo anno dalla nascita.

Fattori di rischio

Ci sono dei fattori che possono essere elementi predisponenti, gli stessi fattori se si presentano in maniera diametralmente opposta possono essere invece prottettivi.

  1. fattori socio-ambientali: la mancanza di una adeguata sicurezza socioeconomica, il disagio di situazioni abitative sfavorevoli, una condizione di isolamento sociale con assenza di figure a sostegno della donna, la mancanza di una rete di supporto.
  2. fattori ostetrico-ginecologici:eventuali complicazioni o difficoltà sia durante il parto che nel post (allattamento)
  3. fattori di coppia e familiari: la sitazione della coppia (crisi) che i rapporti con le rispettive famiglie di origine.
  4. fattori amnestici e di personalità: aver sofferto in passato si disturbi depressivi o ansiosi.
  5. fattore bambino: il temperamento del bimbo.

Va specificato che il manifestarsi di un solo di questi fattori non porta necessariamente alla DPP, dipende molto dalle dinamiche che si originano dall’intrecciarsi di più fattori.

Sintomi

I sintomi che caratterizzano questo disturbo possono essere: 

  • profonda tristezza e sconforto;
  • trascuratezza e rifiuto del bambino
  • pensieri di tipo ossessivo relativi al bambino;
  • tracuratezza di se stessi
  • perdita di energia; 
  • sentimenti di inadeguatezza, di incompetenza e di disperazione
  •  collera, ipersensibilità, ansia, vergogna
  • disturbi del sonno e dell’appetito; 
  • calo del desiderio sessuale; 
  • pensieri suicidari.

Diagnosi

Dal punto di vista clinico bisogna differenziare maternity o baby blues, depressione post partum e psicosi puerperale. Questi quadri riguardano differenti forme e livelli di gravità degli stati depressivi, che si manifestano nel periodo postparto. 

  • Il maternity blues è un lieve disturbo emozionale transitorio, dovuto soorattutto alla fluttuazione degli ormoni di cui soffre più della metà delle donne nei giorni immediatamente successivi al parto e si risolve da solo, in poco tempo (circa 10/15 gg dal parto)
  • La depressione post partum: presenza di almeno 3/4 sintomi tra quelli precedentemente elencati, con durata maggiore di 2 settimane.
  • La psicosi puerperale rappresenta il disturbo più grave, capace di provocare degli squilibri drammatici e profondi nella personalità della madre. Possibile la comparsa di allucinazioni uditive e idee deliranti di tipo paranoide.

Trattamento

La prevenzione è sempre la prima risorsa e strumento da valutare ed attivare. Parlando di depressione post partum, prevenire vuol dire essere consapevoli di quello che accade durante il periodo del puerperio, dentro e fuori la mamma.

Tra le varie risorse a cui attingere, è importante:

  1. conoscere l’esistenza di consultori per la maternità nel proprio territorio;
  2. entrare a far parte di un gruppo ampio di persone che condividono la stessa situazione e problematiche;
  3. identificare risorse familiari oppure amicali che possono rappresentare un supporto fisico e emotivo;
  4. identificare degli spazi per prendersi cura di sé: è importante che la mamma continui ad occuparsi di sè per potersi occupare al meglio dei suoi figli;
  5. prendersi del tempo da dedicare alla coppia attraverso attività piacevoli e rilassanti;
  6. ridurre le aspettative;
  7. Saper chiedere aiuto e identificare a chi si può chiedere quell’aiuto all’interno della proria rete.

In caso di DPP è importante anche chiedere aiuto il prima possibile a personale specializzato. Se non si interviene tempestivamente, il rischio è che si trasformi in psicosi depressiva, disturbo depressivo persistente o disistima.

La psicoterapia risulta l’intervento più efficace per superare la depressione post partum, combinata, in alcuni casi, ad un supporto farmacologico.

Dott.ssa Emanuela Barbarito

Riferimenti Bibliografici

  • Quando le madri non sono felici. La depressione post-partum, di M. Ammaniti, S. Cimino, C. Trentini, Editore Il Pensiero Scientifico, 2008.
  • Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno, di M. Recalcati, Universale Economica Feltrinelli Saggi.
  • Nascita di una madre. Come l’esperienza della maternità cambia la donna, D. Stern e N. Bruschweiler-Stern, Oscar Saggi.
  • Maternità difficili. Psicopatologia e gravidanza: dalla teoria alla pratica clinica. Muscialini N. Franco Angeli 2010

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