I Disturbi Neurocognitivi

I Disturbi Neurocognitivi

Con il passaggio dal DSM-IV-TR al DSM-5 si assiste ad una rivisitazione tassonomica dei Disturbi mentali dell’età adulta caratterizzati da deficit cognitivi prevalentemente acquisiti. In particolare, il nuovo manuale pone l’enfasi sul concetto di “Disturbo Neurocognitivo” (DNC), il quale si presta meglio ad identificare non solo le fasi di degenerazione legate all’invecchiamento, ma anche le condizioni che gravano su individui più giovani, ad esempio, trauma cranico o infezioni del Sistema Nervoso Centrale.

Tale terminologia, quindi, viene considerata più ampia e, in misura maggiore, più rispondente alle manifestazioni patologiche che si evidenziano nella pratica clinica. Per comodità, praticità e abitudine d’utilizzo, permane il mantenimento della precedente identificazione di tali disturbi entro quadri di Demenza, sebbene questa indichi patologie degenerative che, nella maggior parte dei casi, colpiscono la popolazione anziana (American Psychiatric Association, 2013). 

Disturbo Neurocognitivo lieve e maggiore

I DNC sono stati suddivisi in base all’entità della compromissione presentata:

  • Disturbo Neurocognitivo Lieve: condizione di lieve compromissione nella quale si evidenzia un modesto declino cognitivo rispetto ad un precedente livello di funzionamento in uno o più domini cognitivi. Tale cambiamento desta la preoccupazione sia del paziente, sia del clinico e sia del caregiver ed è, inoltre, certificato dai risultati di una valutazione neuropsicologica. Tuttavia, tali difficoltà non hanno un impatto significativo sullo svolgimento di attività di vita quotidiana e strumentali, ma richiedono che il paziente implementi uno sforzo cognitivo maggiore e strategie di compensazione al fine di portare a termine i suoi obiettivi. Infine, si specifica che la compromissione non potrebbe meglio essere interpretata da un altro quadro psicopatologico e che la stessa non si manifesta esclusivamente nel contesto di un delirium (American Psychiatric Association, 2013);
  • Disturbo Neurocognitivo Maggiore: presenza di compromissione significativa e, nello specifico, si evidenzia un significativo declino cognitivo rispetto al funzionamento precedente in uno o più domini cognitivi: tale declino è percepito soggettivamente ed è documentato da opportuna valutazione neuropsicologica; i domini cognitivi compromessi devono interferire notevolmente col funzionamento del soggetto nella propria vita quotidiana e nelle attività di vita complesse e strumentali. Il paziente deve, quindi, essere incapace di svolgere alcuni compiti, come fare la spesa o assumere la propria terapia farmacologica. Infine, si specifica che la compromissione non potrebbe meglio essere interpretata da un altro quadro psicopatologico e che la stessa non si manifesta esclusivamente nel contesto di un delirium (ibidem).

Le malattie che determinano i DNC

In entrambi i casi, il DSM-5 sottolinea che il Disturbo Neurocognitivo Maggiore può essere determinato da diversi tipi di Malattie del Sistema Nervoso. Nello specifico, possiamo avere quadri caratterizzati dalla presenza di:

  • Malattia di Alzheimer;
  • Demenza Fronto-Temporale;
  • Malattia con Corpi di Lewy;
  • Demenza Vascolare;
  • Trauma Cranico;
  • Intossicazione da sostanze e farmaci;
  • Infezione da HIV;
  • Malattie da Prioni;
  • Malattia di Parkinson;
  • Malattia di Huntington;
  • Altre condizioni mediche;
  • Etiologie molteplici;
  • Senza specificazione.

Dott.ssa Jessica Pisani

Bibliografia

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.)

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