Psicoterapia e Psicofarmaci: risorsa o conflitto?

Psicoterapia e Psicofarmaci: risorsa o conflitto?

Psicoterapia e Psichiatria sono due scienze in reciproco supporto e assolutamente non in conflitto, ed è per questo che il lavoro di equipe psichiatra-psicoterapeuta si rivela fondamentale in alcuni casi per il raggiungimento del benessere del paziente.

Sia la psicoterapia che la psicofarmacologia sono metodologie di intervento nell’approccio terapeutico alla persona.
La psicoterapia viene utilizzata come strumento principale di cura dallo psicoterapeuta; il farmaco è invece ad uso esclusivo del medico psichiatra.

La psicoterapia si basa sull’assunto teorico che attraverso la parola e la relazione terapeutica vengano
indagate le cause comportamentali, cognitive, relazionali emotive del disagio portato dalla persona, e
tramite tale esplorazione, che permette di avere consapevolezze di alcune dinamiche e anche nuove letture, si possa giungere ad una risoluzione del problema.
La psicofarmacologia, invece, si basa sull’assunto teorico che alla base del disagio mentale esista uno squilibrio a carico del sistema nervoso centrale che viene normalizzato dal farmaco, riportando quindi uno stato di benessere.

“Posso farcela da solo, non ho bisogno di farmaci e di terapia, non sono matto”


Al giorno d’oggi gli psicofarmaci sono ancora erroneamente considerati come sostanze che possono
cambiare il nostro carattere, danneggiare il cervello o in qualche modo “trasformarci”. A volte anche la psicoterapia, seppur meno rispetto al passato, viene considerata “inutile” o “per i matti”.
Rivolgersi ad un medico psichiatra o terapeuta diventa quindi un tabù; ed è così che depressione, ansia o altri disturbi che necessitano di una cura adeguata, vengono a lungo trascurati, nascosti, negati.

I farmaci offrono un livello di stabilità che permette di rimanere in relazione con il mondo, di portare avanti un lavoro o di sostenere una psicoterapia; infatti per l’instaurarsi di una relazione
terapeutica e per ottenere risultati è necessario che la persona sia cognitivamente lucida.
In alcuni disturbi, specie quelli più gravi, questo potrebbe non essere possibile a causa
della presenza di deliri o allucinazioni, stati alterati di coscienza. In questi casi il farmaco viene in soccorso, aiutando la persona a recuperare le sue capacità relazionali e comunicative, e favorendo le basi per una relazione terapeutica che guiderà il paziente verso una risoluzione.

Nei casi di attacchi di panico e/o ossessioni, la sintomatologia mostrata potrebbe essere così disturbante da creare uno stato di agitazione che diventa protagonista all’interno del rapporto terapeutico, non permettendo di fatto il processo terapeutico stesso.

In breve…

Il farmaco e la psicoterapia sono due alleati del processo psicoterapico ai fini del raggiungimento di uno stato di benessere ed equilibrio psicofisico. Infatti, se il farmaco neutralizza il sintomo, la psicoterapia aiuta a trovarne le cause e ad attivare le risorse del paziente per far fronte allo stesso, ed è per questo che in alcune situazioni è imprescindibile la collaborazione psicoterapeuta-psichiatra.

Dott.ssa Emanuela Barbarito

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