Perché mio figlio si fa la cacca addosso?

Perché mio figlio si fa la cacca addosso?

In gergo tecnico si parla di encopresi per indicare la difficoltà presentata da un bambino (di almeno 4 anni) nel gestire il controllo degli sfinteri. Il bambino, volontariamente o involontariamente, non riesce a gestire lo stimolo e spesso si fa la cacca addosso, nei vestiti o sul pavimento.

L’encopresi è un problema piuttosto frequente tra i bambini dai 4 ai 13 anni. In Europa ne soffrono circa l’1,5 % dei bambini di 7 anni.

Si parla di encopresi primaria se il bambino non ha mai imparato ad usare il vasino o il WC, e di encopresi secondaria se il controllo degli sfinteri è stato precedentemente acquisito in maniera adeguata e poi perduto, cioè ha iniziato in un secondo momento a farsela addosso.

Da cosa è causato questo problema?

Le cause sono molteplici:

-patologie di tipo organico come: costipazione cronica, megacolon e malattie gastrointestinali

-deficit cognitivi o disturbi nello sviluppo emotivo

-fattori psicologici: rapporti familiari conflittuali, stile genitoriale iperprotettivo, aspettative e/o richieste eccessive da parte dei genitori, ansia, esperienze di abuso passate e presenti. 

L’encopresi infatti può segnalare uno stato di disagio del bambino, che utilizza il corpo per esprimere lo stato di ansia e aggressività percepita nel doversi adeguare alle richieste dei genitori o può assumere un significato francamente oppositivo con il rifiuto da parte del bambino di aderire al modello educativo proposto dai genitori.

Quali sono le conseguenze dell’encopresi?

Se il bambino persevera nel non voler assecondare la naturale funzione intestinale, le feci in eccesso fuoriescono in maniera incontrollata. Questo fatto crea imbarazzo e umiliazione, ma anche rabbia, nel bambino; e innervosisce i genitori, che leggono come volontario lo sporcarsi del bambino: la quotidianità familiare diventa di difficile gestione, il bambino rischia di isolarsi e di perdere la propria autostima.

Come posso aiutare mio figlio?

Innanzitutto è importante la scelta di una dieta adeguata, così come il ricorso ad un trattamento farmacologico concordato con il pediatra o il neuropsichiatra infantile (clisteri, supposte e lassativi). Dal punto di vista cognitivo e psicologico, è importante:

– stabilire delle routine per aiutare il bambino ad acquisire una certa regolarità nella defecazione, nelle abitudini relative all’uso del gabinetto, nell’alimentazione e nel sonno;

– avviare un percorso di rieducazione comportamentale, attraverso tecniche basate sull’uso del rinforzo del comportamento corretto.

La psicoterapia aiuterà i genitori a capire e modificare i comportamenti che mantengono il problema e aiuterà il bambino a riacquistare la sua autostima e a sentirsi sicuro di sé, a gestire le emozioni e a migliorare le sue abilità relazionali e sociali.

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