L’invecchiamento
Fino a non molto tempo fa era difficile studiare il fenomeno dell’invecchiamento in quanto l’aspettativa di vita era decisamente inferiore rispetto a quella attuale (circa 60 anni in meno). Pertanto, non erano disponibili molte persone su cui poter effettuare degli studi che ci dicessero qualcosa rispetto al processo dell’invecchiamento. Oggi, grazie al miglioramento delle condizioni di vita, a partire dalle conoscenze nel campo della medicina fino al miglioramento della qualità di vita in generale, l’età media si è allungata.
Ma cosa vuol dire invecchiare?
L’invecchiamento è un processo universale ed irreversibile, nel senso che prima o poi toccherà a tutti assistere a dei cambiamenti da cui non è possibile sottrarsi. L’invecchiamento è, dunque, senza dubbio un processo graduale che comporta un cambiamento a livello fisico, biologico, psicologico, cognitivo, sociale e funzionale, che via via determina una minore probabilità di sopravvivenza.
I fattori determinanti dell’invecchiamento:
L’età biologica è definibile come l’aspettativa di anni che una persona si aspetta di vivere in relazione alla propria funzionalità a livello di organi vitali. Da questo punto di vista un adulto di cinquant’anni con gravi patologie mediche potrebbe essere considerato più vecchio di un ottantenne in perfetta salute.
L’età psicologica di una persona è l’età che soggettivamente la stessa percepisce di avere in base al fatto che riesca ancora ad utilizzare le proprie risorse ed i propri punti di forza per adattarsi all’ambiente e per sottoporsi a nuove sfide ed apprendimenti. A livello cognitivo è come se venissero tirate le somme di tutto ciò che si è fatto durante la vita adulta: più il cervello, lungo tutto l’arco della vita, è stato allenato ed attivo, più ci sono probabilità che la persona preservi un’ottima funzionalità cognitiva ed acquisisca una sorta di barriera protettiva verso i cedimenti cognitivi tipici dell’età. A livello sociale dipende molto dal ruolo ricoperto durante la propria vita, sia da un punto di vista lavorativo che da un punto di vista relazionale. Una persona, infatti, può essere definita in base ai ruoli che riveste nella sua vita: genitore, figli*, nonn*, lavoratore/lavoratrice, marito/moglie e così via… non tutti i ruoli sperimentati nel corso della propria vita rimangono attivi durante l’invecchiamento.
L’età funzionale, infine, fa riferimento a capacità specifiche che la persona mostra di avere in relazione ad attività particolari: un anziano di 80 anni può dirsi meno anziano di un suo coetaneo se rispetto a quest’ultimo è autonomo nel gestire il proprio conto in banca.
Segni tipici riconoscibili dell’invecchiamento
Nonostante quanto definito finora in questo articolo, è abbastanza condivisibile che gli anziani siano tali quando presentano anche certe caratteristiche fisiche non equivocabili: capelli bianchi o grigi, rughe in volto, andamento lento e caratteristiche affini. Ciò nonostante, appare ovvio che per quanto ci si possa sforzare di trovare dei criteri universali che permettano di incasellare tutti gli anziani, esistono delle variabilità individuali che ostacolano tale obiettivo.
Variabilità e definizioni standard
La classificazione proposta dalla previdenza sociale del 1919 di etichettare come anziani tutti coloro che avessero compiuto almeno il 65esimo anno di età, anno che in media corrisponderebbe all’età pensionistica, risulta (per i motivi finora elencati) fallimentare e poco idonea. Sarebbe più esaustivo citare delle sotto-categorie che tengano maggiormente conto delle caratteristiche di ciascun individuo e che non vogliano in alcuno modo standardizzare l’invecchiamento ad un processo universale ed uguale per tutti. Oggi si parla di:
- Giovani-anziani: persone di età compresa tra i 64 e i 74 anni;
- Anziani: persone di età compresa tra i 75 e gli 85 anni;
- Grandi vecchi: persone di età compresa tra gli 85 e i 99 anni;
- Dai 100 anni si parla di centenari.
Ci sono diversi fattori e diverse variabili che rendono possibile la presenza di differenze tra persone, che sono indipendenti dall’età. In generale, va radiata l’idea che contro l’invecchiamento, inteso come processo di degenerazione e peggioramento, non ci sia nulla da fare. Ci sono invece scelte di vita che, in età adulta, possono favorire un invecchiamento sano e attivo, attraverso l’acquisizione di risorse che si dimostrano essere degli eccellenti fattori protettivi verso le malattie ed il disagio in generale.
Dott.ssa Jessica Pisani