La depressione nei bambini
È difficile immaginare che un bambino possa essere depresso, eppure la depressione infantile è un disturbo in forte crescita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che la depressione si manifesti tra l’1,1% dei ragazzi di età compresa tra 10 e 14 anni e il 2,8% di quelli di età compresa tra 15 e 19 anni (dati del 2021).
Come prima cosa, è importante sottolineare che la depressione è una cosa molto diversa dalla semplice tristezza, emozione che qualunque bambino può provare in diverse circostanze della propria vita.
Nella pratica clinica, il termine depressione è utilizzato per descrivere un gruppo di sintomi che portano a significativi cambiamenti nel tono dell’umore, nel pensiero e nel comportamento, andando a compromettere negativamente le attività personali e sociali del bambino (amicizie, scuola, sport,…).
Perché è difficile diagnosticare la depressione nei bambini?
Innanzitutto perché i bambini non hanno ancora una buona capacità di esprimere e verbalizzare in modo chiaro il loro malessere e la loro sofferenza, che viene quindi espressa principalmente attraverso il loro comportamento.
Inoltre in età evolutiva il disturbo si può manifestare attraverso comportamenti molto differenti tra loro, anche in base all’età.
Esistono però segnali e sintomi che possono essere considerati campanelli d’allarme:
- importante e costante tristezza
- eccessi di rabbia e agiti aggressivi
- calo del rendimento scolastico
- sentimenti di inutilità e colpa
- mancanza di fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità
- alterazioni del sonno (insonnia più frequente o ipersonnia)
- alterazione nell’alimentazione (inappetenza più frequente, o eccesso di alimentazione)
- stanchezza e scarse energie
- mancanza di motivazione
- ritiro sociale
- eccessiva richiesta di vicinanza ai genitori
- pensieri di morte e ideazione suicidaria
Quali sono le cause della depressione nei bambini?
Come nell’adulto, anche nel bambino le cause possono essere molteplici:
- in alcuni casi vi è uno specifico evento o una circostanza che è possibile individuare all’esordio del disturbo: un lutto in famiglia, la separazione dei genitori, un cambiamento importante nella quotidianità, un evento traumatico di vario tipo. Il bambino, per predisposizione genetica e psicologica o per caratteristiche dell’ambiente famigliare, non dispone delle risorse necessarie per comprendere ed affrontare quanto sta accadendo e se non aiutato può sviluppare sintomi depressivi;
- fattori genetici: è molto frequente che un bambino con un disturbo dell’umore abbia un genitore o un parente stretto con la stessa patologia; anche la vulnerabilità allo stress può essere un elemento ereditario che influenza la possibilità di sviluppare psicopatologie;
- fattori ambientali: genitori depressi, famiglie maltrattanti e abusanti, importanti carenze affettive, estrema severità educativa.
Come si cura la depressione?
Il trattamento d’elezione per la depressione è la psicoterapia, associata ad un trattamento farmacologico che viene valutato come necessario da un medico neuropsichiatra infantile.
La psicoterapia cognitivo comportamentale e la psicoterapia sistemico relazionale hanno dato prova di efficacia per risolvere problematiche depressive in età evolutiva.
Spesso alla terapia individuale vengono affiancati percorsi di gruppo, all’interno dei quali i bambini possono condividere modalità di interazione più funzionali.
Il percorso di psicoterapia prevede un importante coinvolgimento dei genitori (parent training e psicoeducazione) che vengono aiutati a riconoscere i segnali di difficoltà nel proprio figlio, a stargli accanto in modo funzionale, a sostenerlo nel percorso di psicoterapia e farmacoterapia.
Anche la scuola è bene che venga coinvolta, soprattutto nelle situazioni più gravi in cui il disturbo depressivo ha reso difficile al bambino frequentare serenamente l’ambiente scolastico.
Dott.ssa Laura Grigis