Giornata Mondiale della musica: quanto conta la musica per gli anziani?

Giornata Mondiale della musica: quanto conta la musica per gli anziani?

Musica e Malattia di Alzheimer

L’aumento delle persone anziane e con esse delle diagnosi di demenza, soprattutto della demenza di Alzheimer ha sollecitato la ricerca scientifica al fine di evidenziare e strutturare programmi di trattamento e prevenzione. Nella letteratura scientifica, sono in aumento gli studi che evidenziano come la musica possa essere uno strumento fondamentale per migliorare le capacità di memoria e l’autoregolazione emotiva nelle persone affette da Malattia di Alzheimer. 

La musica come strumento di intervento

Un invecchiamento di successo può essere associato alla partecipazione ad attività di tipo sociale ed educativo, le quali mantengono e potenziano le capacità di stabilire le relazioni interpersonali, l’indipendenza e contribuiscono alla crescita personale. Anche durante l’invecchiamento, infatti, è possibile apprendere nuove abilità. Uno studio ha mostrato come la partecipazione ad attività musicali può migliorare o mantenere il benessere fisico, inteso come salute fisica e salute fisica percepita, benessere psicologico ed emozionale ed abilità interpersonali come fattori afferenti alla qualità della vita. Un altro studio ha analizzato come la musica può avere un effetto benefico sulla capacità di memoria episodica e, in particolare, sulla capacità di richiamo immediato e differito delle informazioni apprese. Nello specifico, anziani sani che apprendono informazioni associate alla musica a valenza positiva ricordavano meglio quanto precedentemente avevano appreso. Per tale motivo, la stimolazione cognitiva basata su attività musicali può avere beneficio anche per il trattamento di persone con lieve deterioramento cognitivo o con deficit selettivi della memoria verbale. Tra le possibili spiegazioni di questa evidenza c’è indubbiamente il potere emotivo associato alla musica. Un insieme crescente di studi suggerisce che l’esposizione alla musica può migliorare la le funzioni mnestiche e comportamentali anche nelle persone anziane affette da Malattia di Alzheimer. 

Musica ed aree cerebrali coinvolte

La musica è uno stimolo potente che può alterare alcuni parametri psicofisiologici come la conduttanza cutanea, la frequenza respiratoria, la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e la reattività emotiva. Le risposte fisiologiche ed emotive alla musica sono mediate dalle strutture del sistema limbico che comunicano con le reti corticali più complesse. Ascoltare musica emotivamente commuovente incrementa l’attività della corteccia prefrontale ventro-mediale ed orbito-frontale. Queste due aree, che risultano compromesse nelle persone con Malattia di Alzheimer, sono fondamentali per la regolazione delle emozioni e per i processi decisionali. La corteccia orbito-frontale è implicata nella regolazione emotiva e nella ricompensa durante i processi decisionali, mentre, la corteccia ventro-mediale è implicata nell’elaborazione della paura e nell’inibizione emotiva. 

I tre meccanismi che spiegano i benefici della musica sul cervello

Sono stati riconosciuti e studiati tre meccanismi indipendenti tra di loro ma, allo stesso tempo fortemente interconnessi, che possono spiegare gli effetti positivi ed i benefici che i pazienti affetti da Malattia di Alzheimer possono sperimentare. Si tratta dell’attivazione delle vie dopaminergiche, dei meccanismi di eccitazione simpatica e dell’incremento della connessione neuronale.

Il sistema dopaminergico è fondamentale sia per la regolazione comportamentale che per la funzionalità cognitiva generale. Infatti, la dopamina è un neurotrasmettitore (una sostanza chimica naturalmente prodotta e presente nel nostro cervello) che ha un ruolo primario nei processi di ricompensa legati alla motivazione. Inoltre, la stessa interagisce con l’acetilcolina (un altro neurotrasmettitore), fondamentale per i processi cognitivi, primi tra tutti apprendimento e memoria, che sono fortemente compromessi nella forma classica di Malattia di Alzheimer. 

La connettività neuronale permette di interconnettere diverse regioni cerebrali per il passaggio di informazioni da un’area all’altra. I pazienti affetti da Malattia di Alzheimer possono presentare alterazioni della connettività funzionale neuronale. Diversi studi attestano l’attivazione e l’incremento della connettività neuronale e dei ritmi alpha elettroencefalografici durante l’ascolto della musica, nello specifico, nelle aree frontali del cervello. Tale risultato indica come la musica sia in grado di stimolare una maggiore capacità introspettiva. Inoltre, anche l’ippocampo risulta attivarsi quando si è esposti all’ascolto della musica e, questa area cerebrale, è fondamentale per la capacità di apprendimento e di memoria. La ricerca mostra come le persone affette da Malattia di Alzheimer riferiscono un maggiore livello di agitazione e, di conseguenza, una maggiore eccitazione fisiologica. In uno studio è stato dimostrato come la musica può ridurre i livelli di agitazione e di ansia anche in pazienti con Alzheimer moderato-grave. Agitazione ed ansia compromettono i processi attenzionali, pertanto, attenuando questi sintomi è possibile incrementare l’attenzione nella fase di codifica del materiale verbale da memorizzare e, di conseguenza, migliorare anche la memoria. 

In conclusione

 La musica svolge un ruolo anche nella costruzione dei ricordi autobiografici nel corso della vita in quanto permette di attribuire un forte significato soggettivo ed emotivo a questi ricordi. Per tale motivo, la musica costituisce un importante facilitatore nel recupero di ricordi autobiografici, consentendo il mantenimento di un senso di identità, notevolmente compromesso nelle persone con malattia di Alzheimer. 

Dott.ssa Jessica Pisani

Bibliografia

  • Peck KJ, Girard TA, Russo FA, Fiocco AJ. Music and Memory in Alzheimer’s Disease and The Potential Underlying Mechanisms. J Alzheimers Dis. 2016;51(4):949-59. doi: 10.3233/JAD-150998. PMID: 26967216;
  • Stéphie Ratovohery, Alexia Baudouin, Aude Gachet, Juliette Palisson & Pauline Narme (2018): Is music a memory booster in normal aging? The influence of emotion, Memory, DOI: 10.1080/09658211.2018.1475571;
  • Solé C, Mercadal-Brotons M, Gallego S, Riera M. Contributions of music to aging adults’ quality of life. J Music Ther. 2010 Fall;47(3):264-81. doi: 10.1093/jmt/47.3.264. PMID: 21275335.

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