Ansia: quando chiedere aiuto
In un mondo “liquido” (cit.Bauman), focalizzato su un’apparente perfezione e caratterizzato da precarietà inglobante ogni campo, l’ansia si configura come la reazione intuitivamente più “logica”.
Uno studio del 2024 (Axa ed Ipsos, Mind Health Report) ha rilevato che il 28% degli italiani ha un disturbo d’ansia o comunque problematiche legate all’ansia. I dati sono certo preoccupanti, ancor più se pensiamo che dal 2022 l’incidenza è aumentata del 6%.
Cos’è l’ansia?
L’ansia è un sintomo complesso, comprendente aspetti cognitivi, fisiologici e comportamentali, che si sperimenta di fronte ad uno stimolo ritenuto come minaccioso e nei confronti del quale non riteniamo di essere sufficientemente capaci di agire. Si tratta di un’emozione attivante, assolutamente normale, senza la quale la nostra specie si sarebbe probabilmente già estinta. L’ansia ci prepara all’azione, iperattivando il nostro sistema nervoso autonomo e rendendoci, in questo modo, maggiormente capaci di reagire in modo efficace.
Quando diventa un problema?
Nel momento in cui ci iper-attiviamo senza che effettivamente sia rilevabile un pericolo reale e concreto, sperimentando sintomi di entità anche moderata, ecco che l’ansia diventa un problema. Se, inoltre, manifestare i sintomi dell’ansia elicita una risposta piacevole dall’ambiente (ad esempio, quando sto male vengo finalmente degnato di attenzione, si prendono cura di me, oppure i miei genitori smettono di litigare per prendersi cura di me; ma le possibilità sono tante ancora), la situazione si complica in quanto riceverò un rinforzo positivo che mi porterà -naturalmente senza consapevolezza- a stabilizzare il sintomo nel tempo.
I sintomi dell’ansia
L’ansia porta con sè sintomi fastidiosi, di varia intensità e durata, talvolta improvvisi, di varia natura. Premettiamo che i sintomi di seguito descritti non solo assolutamente ascrivibili unicamente all’ansia, possono anche essere legati ad una specifica patologia fisica. Prima di attribuirli ad una problematica di natura ansiosa è opportuno escluderne un’eventuale causa organica.
Vediamone insieme alcuni tra i più comuni:
- Palpitazioni e sintomi cardiaci, a volte anche dolore toracico;
- Sensazione di mancanza di respiro, provocata da un uso prevalente della respirazione toracica;
- Vertigini, giramenti di testa, sensazione di testa leggera;
- Nausea e disturbi addominali;
- Formicolii agli arti o tremore a carico degli stessi;
- Tensione muscolare diffusa;
- Sudorazione eccessiva;
- Sintomi cognitivi come sensazione di un imminente pericolo, vuoto mentale come un black-out, immagini e ricordi intrusivi, sensazione di essere al centro dell’attenzione di tutti;
- Sintomi comportamentali come evitamento di determinati luoghi o situazioni, ricerca di spiegazioni, rassicurazioni, vicinanza altrui o vie di fuga.
Come curare l’eccesso d’ansia
In caso di ansia lieve, risultano spesso sufficienti tecniche di rilassamento, esercizi di meditazione mindfulness e rimedi naturali come camomilla, valeriana o altri prodotti che un bravo erborista saprà consigliarvi.
Quando, invece, l’attivazione ansiosa è eccessiva ed interferisce significativamente con la quotidianità, siamo di fronte ad un disturbo d’ansia.
In questo caso vi suggeriamo di contattare un professionista psicologo/psicoterapeuta che potrà valutare la gravità della sintomatologia, accompagnarvi (SOLO se psicoterapeuta) in un percorso di guarigione ed eventualmente -se dovesse rendersi necessario un supporto farmacologico per gravità dei sintomi – suggerirvi un consulto psichiatrico.
La psicoterapia, accanto alla terapia farmacologica ove necessaria, è l’unica strada per guarire da un disturbo d’ansia e riprendere in mano la propria vita.
Dott.ssa Lisa Colasuonno