La rabbia delle mamme: conoscerla e gestirla

La rabbia delle mamme: conoscerla e gestirla

Nella nostra società sembra che sia possibile parlare di qualsiasi cosa. Ma non è così, ci sono ancora degli argomenti di cui si fa fatica a parlare. Uno su tutti? Le emozioni faticose, in particolare quelle che riguardano le mamme! Sembrerebbe superfluo doverlo dire, ma anche le mamme si arrabbiano.

La nostra società propone un’immagine idealizzata della figura materna e della maternità. Non è sempre tutto semplice, non è sempre tutto “rose e fiori”. Si deve poter parlare liberamente e senza vergogna anche di emozioni faticose, come la tristezza e la rabbia.

Cos’è la rabbia?

La rabbia è un’emozione primordiale e innata, determinata dall’istinto di difendersi, di far valere i propri bisogni, di esprimerci quando le cose non vanno come volevamo o come ci aspettavamo. La rabbia ha quindi un’importante funzione adattiva. La cultura ha condizionato il nostro modo di vivere le emozioni e ha dato alla rabbia una connotazione esclusivamente negativa.

È tutto normale

Una mamma, che lo sia da pochi mesi o da qualche anno, può sentirsi stanca, incompresa, sopraffatta, delusa, triste, arrabbiata. Può sentirsi una pessima mamma. Può riconoscere nella propria mente pensieri di ostilità nei confronti del proprio bambino. Tutto questo è assolutamente normale! E normale deve anche essere parlarne e chiedere un aiuto.

Durante il corso pre-parto viene posta molta attenzione a tutti i cambiamenti fisiologici, ma poco si parla della possibilità di provare sentimenti ostili verso questa nuova condizione, e verso il neonato.

Tutti i legami emotivi, soprattutto quelli importanti come quello tra madre e figlio, sono carichi di ambivalenza affettiva: coesistono infatti amore, tenerezza, rabbia, ostilità e rifiuto. Questo turbinio di emozioni diventa occasione per uno scambio relazionale profondo: la ricchezza del mondo emotivo diventa anche un’ occasione per il bambino di sperimentare emozioni e sentimenti contraddittori senza averne paura.

I pensieri intrusivi che spaventano le mamme

Succede che una mamma si trovi ad avere pensieri come “…se tornassi indietro non lo rifarei” o “…e se gli facessi del male?”. Questi pensieri sono percepiti come sbagliati, intrusivi: la reazione è quella di cercare di annullarli, eliminarli, allontanarli. In realtà la strada da percorrere è accoglierli: sono semplici pensieri, non azioni.

Rabbia e senso di colpa

Molte donne provano un profondo senso di colpa per i sentimenti di rabbia, fatica e frustrazione nei confronti dei loro figli. Quello che bisognerebbe accettare però è che non esiste colpa, sono normali gli errori, le lamentele, la tristezza: va tutto bene, e non arriverà nessuna medaglia per chi si nasconde dietro dal maschera del “è tutto perfetto”.

La mamma perfetta non esiste (e non serve)

Il mito della mamma perfetta è estremamente dannoso! Lo psicanalista Winnicot parla piuttosto di mamma sufficientemente buona. Winnicot spiega come una mamma perfetta non è solo inutile ma anche dannosa perchè si aspetterà figli altrettanto perfetti che, non potendolo essere, saranno a loro volta insoddisfatti.

La riparazione

Le relazioni sono fatte di sintonizzazioni e di rotture. Soprattutto una relazione importante e complicata come quella tra madre e figlio, che non dimentichiamoci sono entrambi neonati!

Riuscire ad entrare nella propria rabbia, riuscire a viverla e ad accoglierla, ci apre le porte al processo di riparazione. Se una madre può rappresentare i propri stati interni e legittimarli, sarà in grado di insegnarlo al proprio bambino, che crescerà imparando a gestire le proprie emozioni e senza averne paura.

Come gestire questa rabbia?

  • Non reprimerla: prendere consapevolezza della forte emozione che sta prendendo il sopravvento, capire cosa sta succedendo e trovare il proprio modo per farvi fronte diventa fondamentale.
  • Fermarsi: la rabbia spesso rappresenta un segnale di allerta che indica la necessità di fermarsi un attimo, prendere aria e staccare la spina, chiedendo collaborazione.
  • Comunicare: parlare di quello che succede è sempre la strategia migliore, anche con i bambini molto piccoli. Se la mamma è molto arrabbiata, può spiegare al bimbo la forte emozione che sta provando, cercando le parole adeguate all’età e al livello di sviluppo del piccolo.

E quando la rabbia è davvero troppa?

Quando la rabbia sembra prendere il sopravvento, è molto intensa, troppo frequente e dolorosa, potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo.

Essere genitore è il mestiere più complesso del mondo, e anche se le soddisfazioni sono tante, spesso ci si sente inadeguati e impreparati. Ci si può erroneamente domandare “Perché le altre ce la fanno e io no? Perché a me sembra sempre tutto così difficile?”.

Tutto passa

hai fatto del tuo meglio…

non è tutto nelle tue mani…

…il coraggio non è sempre un ruggito. A volte il coraggio è la calma voce alla fine del giorno che dice “proverò di nuovo domani”…

Un consiglio di lettura

Per approfondire l’argomento, consiglio il libro di Alba Marcoli dal titolo La rabbia delle mamme, che racconta l’esperienza dell’autrice come psicoterapeuta che si occupa di dare sostegno alle mamme in difficoltà con le proprie emozioni.

Dott.ssa Laura Grigis

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